Buongiorno! Oggi è la giornata contro l’omofobia e mi pareva davvero il giorno perfetto per iniziare la nuova rubrica "Ci penso io", dove vi propino il mio parere su problemi di attualità.
Dicevo, quindi, che questo è proprio un bel giorno… se non sei
donna!
In questi anni ne sono successe davvero di tutti i colori, ma finalmente l’11 maggio si è votato per il
sì: sì alla famiglia anche quando non è come ce la sia aspetta.
sì: sì alla famiglia anche quando non è come ce la sia aspetta.
Al riguardo ringrazio tantissimo gl’ideatori della pubblicità della Mulino Bianco per avere scelto Banderas come testimonial, tanto criticato per il suo meraviglioso accento, ma che almeno non ci sbatte in faccia come dovrebbe essere una famiglia. Che poi, da quando esiste un modello unico e inequivocabile di famiglia?
Ecco, a questo punto mi viene spontaneo chiedermi se mai arriveranno pubblicità sulle coppie omosessuali, perché se lo Stato italiano ha concesso loro di sposarsi non vedo il motivo di non includerle negli sketch televisivi (che peraltro ne permetterebbero una maggiore accettazione).
Prima di passare al piccolo schermo, però, credo ci sia un passo fondamentale da compiere, alla cui base troviamo la domanda: ma le lesbiche che fine hanno fatto?
Ve ne siete accorti anche voi che quando si parla di omosessualità si pensa all’uomo?
Perché finalmente gli uomini potranno sposarsi, mettere su famiglia… Forse un giorno adottare dei bambini! Anche se su questo tema non sono tutti d’accordo: già si faceva fatica a concepire la coppia tra noi “adulti”, figurarsi quando ci sarà da spiegarlo a un bambino.
Per la prima volta una coppia di genitori si ritroverà davanti a domande come “ma io, da dove vengo? Come nascono i bambini? Ma il sesso, che cos’è?”, e si andranno a creare situazioni imbarazzanti in cui si dovranno prendere a esempio le api, i cavoli e le cicogne per saltarci fuori.
Ma in tutto questo… le donne?
L’attrazione di un uomo per un altro uomo è stata vista dai più come qualcosa di sbagliato, a tal punto da essere definita una malattia. Sono state attraversate tantissime lotte, alle volte combattute in silenzio perché quasi impalpabili. Ma la gente sembra ormai aprirsi all’idea che l’uguaglianza esiste dal momento che viene attuata proprio nei confronti del diverso, perché diverso è bello, anche se spesso ci vogliono fare credere l’opposto.
La differenza di genere ne è un ottimo esempio.
Tutti nasciamo da una donna, ma sembriamo dimenticarcene quando le si chiede di rinunciare alla famiglia o quando, per la famiglia, deve rinunciare al lavoro. E adesso, che si stanno affrontando i diritti per l’omosessualità, della donna quasi non se ne parla, come se non avesse subito tanto quanto l’uomo, come se non mirasse agli stessi diritti.
È probabile che la fantasia dei maschietti (etero ovviamente) sia alla base di questa sorta di… misoginia, che purtroppo pare sia contagiosa anche per le restanti donne: in quante siete pronte a offendere un’altra donna dandole della puttana?
O della zitella, perché no. Tutti appellativi che sminuiscono la figura della donna in ogni caso, qualunque cosa faccia o non faccia per stare con un uomo. E ora, quando si va a parlare di omosessualità, in quanti associano una coppia lesbica a un filmino porno? È come se una coppia di due donne fosse esclusivamente parte della fantasia di un uomo, qualcosa di irreale che non è da prendere troppo in considerazione.
Sembra quasi non ci sia via d’uscita. La donna è il sesso inferiore e mi chiedo il perché.
Non si tratta solo di una questione di forza fisica (tra l’altro sfido chiunque a fare a braccio di ferro con Serena William e a uscirne indenne, ma soprattutto a non darle dell’uomo), perché il dislivello che viene mantenuto si gioca su tutt’altri ambiti e penso sia giusto da parte nostra non concedergli tutto questo spazio.
Tra donne ci vorrebbe davvero più solidarietà, fino a che ci renderemo conto che “essere delle femminucce” è un complimento.
Per quello che riguarda l’invidia del pene (l’aspettavate, lo so), sappiate che è una teoria superata. Almeno da quando i tre quarti delle donne hanno liberamente dichiarato che se si svegliassero uomo l’unica cosa che vorrebbero realmente provare è fare la pipì stando in piedi… E per una volta c’entrando la tavoletta al primo colpo.
Chiamatelo femminismo, chiamatelo girl power, in quanto donna voto per la parità.
Non c’è bisogno di nessun escamotage per essere superiore.