domenica 29 settembre 2013

[I Riti dello Scrittore] Masterpiece: affilate il vostro inchiostro.

Oggi è domenica, e ogni domenica è seguita da un lunedì, ma domani è un lunedì-inizio: domani si riparte con le lezioni, gli impegni e tutte quelle belle faccende che mi affaccendano. Chissà che non mi portino nuove idee scrittevoli!

In ogni caso... giusto ieri ragionavo su quanti programmi di cucina stanno approdando sui nostri schermi: Nigellissima, Cucina con Ale, Cucina con Buddy, Summer cooking con Csaba e via dicendo. Poi c'è il talent show Masterchef, in tutte le versioni mondiali o La Terra dei cuochi se preferite.
Ma la storia dei talent colpisce ogni possibile disciplina: canto (X-Factor), ballo (Got to dance)... e ora anche la scrittura.
Perché non bastano più quelle scuole così costose che ti permettevano di migliorare le tue possibilità di futuro scrittore (Scuola Holden, Bottega finzioni, scuola Omero... e chissà quante altre ce ne sono), ora ti viene data la possibilità di cavartela con molto meno: vai a fare della televisione.

Ormai è evidente che lo schermo piatto piace più della pagina: leggere implica prendersi troppo tempo, è più faticoso perché le ambientazioni te le devi immaginare da te e poi è decisamente più costoso che pagare il canone Rai.
Per chi ancora non lo sapesse esistono le biblioteche.
Poi la tv la si può guardare mangiando, che a quanto pare è il sogno idilliaco per eccellenza.
In ogni caso non ho intenzione di criticare la televisione in sé, ma chiunque abbia avuto l'idea per questo nuovo show: MASTERPIECE.
Così una prima domanda è questa: a quale scopo creare uno show a eliminazione sulla scrittura se non per agganciare ancora più gente allo schermo?

Ebbene.

Solitamente le case editrici o i premi letterari effettuano scelte ponderate su cosa pubblicare. Lasciamo da parte il discorso "più che altro scelgono chi pubblicare in base alle conoscenze", perché a questo punto ho più ragioni di dubitare di un programma tv dove la gente viene ripresa dalle più assurde angolazioni e nonostante tutto viene considerata "vera".
Quindi.
Le scelte effettuate si basano sul mercato del momento, sul pubblico e sulla qualità dello scritto. A volte quest'ultimo punto viene superato dalle prime due in modo che le vendite siano garantite; di conseguenza, è abbastanza normale trovare pessimi libri. 
Si tratta di un processo abbastanza naturale, in effetti, in quanto al mondo non possono esistere solo cose eccezionali, se si pensa oltretutto che a volte un libro che a noi ha fatto accapponare la pelle a qualcuno ha fatto venire le palpitazioni.

Da qui la mia successiva domanda: perché un talent show letterario? 

Solitamente nei talent show vengono presi soggetti particolari, oltre che capaci. Non so quanto incida il primo fattore e quanto il secondo, ma se anche ai provini per l'Eredità ti chiedono ciò che di strano, buffo o unico hai da offrire, allora deve essere qualcosa che conta. In tv.
Già qui una prima restrizione: se non fai colazione a testa in giù non ti vogliamo
Ma ciò che mi è sempre stato più a cuore nella lettura e nella scrittura è l'individualità del momento, e credetemi se vi dico che si tratta di una caratteristica fondamentale.
A scuola ci si allenava nelle pronunce leggendo in classe un qualunque brano: tralasciando l'imbarazzo ai tempi delle elementari per la lettura ad alta voce, io non sono mai riuscita a godermi nemmeno una delle storie lette in quelle ore. Solitamente tornavo a casa e le rivivevo a modo mio.
Con la scrittura ritengo che la faccenda si complichi: grazie a questa attività ho avuto modo di essere chiunque, dovunque e comunque. Ho espresso me stessa mascherandomi tra le parole e le frasi di altri soggetti, ho avuto l'opportunità di svuotarmi dalle tensioni, dai cattivi pensieri o di liberarne di bellissimi.
Come può la televisione, con tutte le sue inquadrature studiate, le luci abbaglianti, il trucco obbligatorio, permetterti tutta questa magia?

A me sembra che, chiunque abbia ideato questo show, sia riuscito ad andare oltre il problema delle case editrici a pagamento... e non si tratta di un complimento.
A breve, comunque, avremo un assaggio della sua opera e ho idea che sia meglio metterci il cuore in pace, perché come guardare la gente cucinare non ci rende chef, vedere qualcuno scrivere non ci renderà scrittori o lettori migliori.

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