L'ho trovato mentre, in realtà, cercavo altro, ovviamente.
ZOMBIE
L’arto
fantasma, a sinistra, gli prudeva orribilmente e lui ancora non aveva
capito come poterselo grattare.
Era
veramente fastidioso sapere che c’era un vuoto che necessitava di
essere grattato, come se una piuma antipatica si divertisse a
spiumazzare su e giù per l’avambraccio.
La
notte poi, al buio, odiava mettere avanti le mani, perché sapeva che
si sarebbero visti solo due orridi moncherini.
Sì,
entrambi gli arti non c’erano più e il suo equilibrio di tanto in
tanto ne risentiva.
Era
stato costretto a farsi strappare le maniche della giacca, perché se
fossero rimaste lunghe lo avrebbero davvero fatto sentire ridicolo (e
a dirla tutta sarebbero state più di impiccio che altro).
Ormai,
l’unica cosa da fare sembrava doversi grattare coi piedi, peccato
fossero passati dei mesi dall'ultima volta che si era tagliato quelle
maledette unghie: sporche, rovinate, ingiallite dal continuo
camminare a piedi scalzi. Eh certo, cosa se le metteva a fare le
scarpe se non poteva allacciarle?
Era
triste, veramente triste.
Anche
perché, era stata in una di quelle occasione che aveva perso la
testa.
Come
al solito i moncherini se ne stavano a mezz'aria senza alcuna
speranza di poter afferrare qualcosa, i piedi camminavano tagliandosi
di tanto in tanto e inciampando in una qualche radice ben
mimetizzata, mentre la testa se ne stava svenevole leggermente
piegata sulla destra.
La
bocca semi aperta lasciava intravedere una lingua violacea del tutto
simile a una cozza: adagiata nel suo guscio era restia a muoversi,
mostrandosi appena appena, come fosse un lumacone.
Ma
il grido tipico delle prede lo destò da quel torpore: la testa si
fece dritta e iniziò a guardarsi a sinistra e a destra e poi...
Poi
sbam!
Un’asse
di legno bella grande lo colpì facendogli rotolare il cranio giù
per la collina, il lumacone non aveva fatto in tempo a ritirarsi e
venne mozzato dai denti storti. Gli occhi rotearono nelle loro orbite
seguendo alla perfezione il rotolamento della testa, che, seppur
staccata, insisteva in un rantolo monotono.
Il
corpo non poté che seguirla e per quella notte dovette accontentarsi
del fango e dei suoi abitanti, mentre la sua cena andava a
nascondersi in un posto sicuro, ancora esaltata all'idea di essergli
scampata.
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