domenica 4 novembre 2012

[Writers Magazine] 365 racconti che non ho scritto, parte seconda

Mi ero dimenticata che per la sezione Horror partecipai con due racconti. 
Questo è il secondo. 
O il primo... Non lo ricordo! Ma non credo cambi effettivamente qualcosa l'ordine in cui sono stati rifiutati.


TRATTEGGI SUL VOLTO 


Aveva un’ottima visuale.

C’era un uomo seduto sulla sedia, le mani ne stringevano i braccioli.
La figura che si muoveva alle sue spalle gli aveva appena rigato la guancia con un sottile segno rosso. Uno più grande blu gli cerchiava l’occhio destro.
Lo vide muoversi con uno scatto, tanto leggero da non smuoverlo più di tanto da quella posizione.
La figura si muoveva nell’ombra, tranquilla: non era turbata da nessuna delle sue scosse. Anzi sembrava placarle, accarezzandogli la leggera peluria sulla nuca.
Quali pensieri attraversavano la sua mente?
Il rigo rosso sulla guancia dell’uomo colò. Una lunga goccia lenta percorse la mandibola: seguendola con lo sguardo iniziò a provare caldo.
Colava, seguendo le linee del collo. Quando non riuscì più a vederla, tornò a guardargli il volto.
Gli sorrideva. Un sorriso tirato dai ferri.
Un uncino tirava l’angolo destro delle labbra mostrando i denti bianchi. La figura segnò il canino con un punto nero: lo calcò, rimanendo ricurva fino a che non fu soddisfatta.
Era così reale che sentì il pennarello chiudersi in un tlac, come fosse vicino al suo orecchio.
Ecco, l’orecchio. Aveva tanti piccoli aghi lungo il lobo; spuntavano con il loro luccichio.
Ma ancora una volta fu attratto dal segno rosso: uno più spesso venne tracciato sulla fronte. Da tempia a tempia.
Era buffo, era ridicolo così conciato. Un capo indiano del ventunesimo secolo.
Sobbalzò, di nuovo, ma questa volta la mano gli era scivolata giù dal bracciolo.
La figura lo ricompose, dritto ordinato.
Ripasso anche la linea sciupata e poi ci fu uno smuovere metallico.
Una pinza.
La figura teneva stretta una spessa pinza grigia.
Oh poveraccio, pensò ridacchiando, mi sa che non ne uscirai felice.
E il dente gli venne strappato, Cavolo che male. Maledetti dottori.
Il sangue si mescolò alla saliva, uscendo dalla bocca denso e corposo.
Pareva nero.
Un altro scatto prima del ronzio metallico. La figura gli sorrise da sotto la mascherina e poi tagliò la fronte.
Il sangue gli colò copioso sugli occhi.

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