lunedì 2 giugno 2014

[I Riti dello Scrittore] Storie di blog abbandonati

La cosa facile di internet è che ognuno di noi può mettersi in contatto con il resto del mondo, la stampa ha tempi troppo lenti e di solito c'è una selezione. Sul web, invece, ti prendono anche se vai a parlare delle caccole che hai nel naso. E magari qualcuno finisce per trovarti addirittura simpatico, o peggio, interessante!
Ma anche internet ha le sue fatiche, perché con la stessa facilità con cui si inizia si può toccare l'apice e poi gravitare inesorabilmente verso l'interruzione.
Una cosa carina di blogger (e forse di tutte le altre piattaforme per blog) è la possibilità di voltare blog: se arrivate in un blog che alla fine non vi piace poi molto, potete cliccare "prossimo blog", che sta nella parte alta della pagina, e procedere di pagina in pagina, fino a che non capiterete in quel che vi interessa per davvero.
Si tratta di una ricerca estenuante, in effetti, perché basterebbe mettere su google qualche parola chiave per trovare direttamente ciò che volete, ma così facendo vi passeranno davanti anche i blog che credevate di non voler leggere o che speravate di non leggere per niente.
Ecco, bene. Io l'ho fatto per puro gioco: avevo voglia di andare a sbirciare qualche collega, magari leggendo qualche post carino e interessante (cosa che ho fatto) e commentando a destra e a manca per mostrare al mondo la mia presenza (era tutto calcolato, ovviamente!).
E invece (che sarebbe meglio dire "e inoltre" visto che ho veramente letto e commentato, ma non credo si possa scrivere) mi sono ritrovata a contare il numero di blog in disuso, e solo uno di questi annunciava i troppi impegni dell'autore.
Ma quali siano le storie di questi blog abbandonati non si sa bene, ma sono ugualmente riuscita a suddividerle in cinque categorie.


Il Blog PARTO IN QUINTA

In questo genere di blog si noteranno una serie di quindici post suddivisi nei primi due tre giorni di apertura (solitamente sabato e domenica), dei quali il primo è una lunga lettera di presentazione, il secondo un saluto a un altro blogger e il terzo un'immagine nostalgica (in genere sui cartoni animati di quando si era bambini).
Superati i primi due giorni, il blogger si renderà conto che non potrà stare al computer ventiquattrore su ventiquattro e deciderà di prendere la cosa di petto: prepararsi un numero abbastanza sostanzioso di bozze da poter programmare.
Resisterà per la prima settimana, e poi passerà i successivi quattro giorni senza sapere che cosa scrivere e a quel punto citerà canzoni, video e frasi di autori e attori conosciuti, rendendosi conto che potrebbe fare tutto questo semplicemente usando Facebook.


Il Blog A VOLTE RITORNANO

Sono quel tipo di blog che ancora adesso ti danno la vana speranza di essere attivi, perché a volte spunta un post che ti saluta calorosamente e che magari ti mostra un progetto a puntate, per le quali dovrai aspettare altri cinque anni e ancora non lo sai, specialmente se sei nuovo.


Il Blog COMITIVA

Si decide tutti insieme di aprire un blog, in modo da poter avere un numero di seguaci assicurati e un numero di blog da seguire sicuro. Peccato che solo uno su mille ce la fa!
Tutti gli altri inizieranno a diminuire il numero dei post, finendo a commentare solamente per poi dimenticarsi la password d'entrata e per la troppa pigrizia si lascerà perdere.


Il Blog UTILE

Ci sono quei blog che nascono per offrire un aiuto alla comunità: parlano di informatica, di come prenotare le vacanze, di come cucire i calzini e di come scegliere il prossimo taglio di capelli. Per trovarli basta poco, perché nei momenti di massima disperazione ci appariranno in prima fila su google, ma appena avremo ciccato sul tasto "segui" ecco che il blog sarà vecchio di due anni.
Perché quando un blog è utile, gli utenti aumentano e con loro anche le richieste, ma il tempo del blogger rimane sempre lo stesso.
Oberato di lavoro virtuale e reale, il blogger smetterà di pubblicare post, ma non disperate: abbiamo appena dato loro la possibilità di trasformare ciò che ci davano gratis in qualcosa a pagamento, si chiama lavoro.


Il Blog DIARIO DI VITA

Qui troveremo il classico diario, ma in formato elettronico e pubblico. Avremo la possibilità di leggere i pensieri più profondi, le riflessioni più ardite e le rivelazioni più sconcertanti. Il tutto guarnito di orrori ortografici, momenti emo, poesie sconclusionate e litigi ad alto contenuto esclamativo (!!!!!!!!!!11111|!££££??#).
Ne incontreremo di veramente antichi, specialmente dell'annata 2005, e le tinte varieranno dal nero tetro al viola, dall'azzurro al rosa glitterato e sarà un po' come essersi sniffati un miniponi con una cannuccia fatta interamente di zucchero.





Ecco, questi sono i blog abbandonati che io ho incontrato in un piovoso pomeriggio di maggio, ma come ci si può dimenticare di una sesta e temuta categoria: il Blog ARTISTICO, quello in cui si ha sempre un'idea nuova da proporre e si finisce a fare tutt'altro, ma la tenacia regna sovrana e infatti siamo ancora qui... ad aspettare qualche commentino!



2 commenti:

  1. Ma l'abbandono è il destino ultimo di qualsiasi cosa facciamo. Non siamo mica eterni. E ci sto pensando da un po pure io, dopo qualche anno in effetti ti ritrovi stanco e privo di idee...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto di non essere eterni non deve obbligatoriamente coincidere con l'abbandono, in fin dei conti si può produrre anche un ultimo posto conclusivo, di "scusate troppi impegni" o chiudere il blog in definitiva (mi è successo con due blog, che piuttosto di lasciarli vagare nell'oceano di internet ho preferito salutarli e baci e abbracci. Diciamo che non mi piacciono troppo le cose superflue).
      Se le idee mancano forse è solo una pausa che ci serve o "guardare le cose da un'altra prospettiva" (cit. BIG HERO 6).
      Tra l'altro, il tuo commento mi è stato d'aiuto perché mi è venuta l'idea per un nuovo rito, tramite il quale, chissà, potrei ispirarti a mia volta! In ogni caso, penso che la principale causa d'abbandono di blog sia dovuta a una carenza di spettatori... Molto spesso il non essere seguiti può causare frustrazione, alla quale può seguire un eccessiva dinamicità o direttamente uno stato di crisi dello scrittore....

      Elimina

Sarei felice se lasciassi il segno ;)