Le domeniche non diventano buone per niente, quindi perché non pubblicare un racconto?
Mi raccomando, fatevi sentire ;)
IL GATTO
- … Che cosa vede?
- Vedo… Un gatto.
- Un gatto. Lo descriva, lo
posizioni.
- È molto grande, sta
appallottolato. Lo vedo di spalle. È in un prato verde, di fiori.
- Fiori? Sa anche quali?
- Margherite, sono piccole e le
vedo sfocate. Percepisco tutto sfocato, il prato i fiori: i fili d’erba li
sento staccati tra loro a livello corporeo.
- Emanano calore?
- Non saprei. Non sento freddo o
caldo. Il gatto è molto grande, ha la testa nascosta dalle spalle, un sedere
minuscolo che termina con una coda lunga e sottile.
- Che fa il gatto?
-Dovrei avvicinarmi, girargli
intorno per scoprirlo…
- Non vuole?
- Faccio un paio di passi, faccio
uno struscio continuo, ma lui non si scompone.
- È calmo… Prosegua.
- Mi sposto un po’ sulla sinistra
e gli vedo un orecchio, piccolo e a punta.
- Si è dimenticato di dirmi com’è
il gatto, oltre che grosso.
- Bè è grigio, con striature di
grigio più scuro, però credo che quel grigio sia solo sporcizia, dove sarà
stato?
- Non lo sa?
Diniego.
- Vada avanti… Diceva che si era
spostato…
- Sì, sulla sinistra. Gli vedo
anche una parte di testa, la muove su è giù. Sento che si sta leccando una
zampa.
- Sa il perché?
- No, ma ora che mi chino un
poco, senza procedere, credo che ci sia qualcosa lì…
- Lì dove?
- Tra le sue zampe. Non credo di
volerlo vedere.
- Perché? Crede possa
spaventarla?
- Sono già spaventato, voglio
uscire…
- Uscire da dove?
- Da qui… La prego mi faccia
aprire gli occhi.
- Ma lei è libero di aprire gli
occhi senza che io glie lo dica.
- No, non è così… Se fosse così
semplice l’avrei fatto…
- Mi ascolti e non si agiti. Ha
chiuso gli occhi per entrare in una sua
visione, può uscirne senza permessi… Deve credere alle sue sensazioni, non
combatta così il suo corpo.
- La prego lo dica, mi dica di aprire
gli occhi…
- Mi sa dire che sta succedendo?
- Tutto si dissolve, diventa
nero, il gatto è lì che non si gira… Lo spazio della visione si ritira in un
puntino lontano. Vedo nero, tutto nero. Potrei perdermi.
- Vede nel buio l’infinito?
- No, ha ragione… È chiuso… Il
buio è chiuso, soffoco! Dove sono? In una scatola? Sono in una scatola?
- No, lei è su un divano, il mio.
Ha gli occhi chiusi e può aprirli.
Affannamento ad occhi aperti, -
Il gatto si è girato, solo che ormai era tutto così minuscolo.
- Cosa era minuscolo?
- Il buio stava riducendo a un
puntino il prato, il gatto. Io ero nel buio e la fessura del colorato dava
sull’orecchio del gatto. Lui si è girato e gli ho visto l’occhio.
- Com’era?
- Piccolo. Nero. Accerchiato da
un filo dorato.
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