mercoledì 23 maggio 2012

[Frammenti da un Luna-Park] Bip

Secondo racconto della raccolta "Frammenti da un Luna-Park"

Bip.

Ero certa che ci fosse un respiro oltre al mio nel sonno, ma non era così.
Avrebbe dovuto, perché ero sicura che quella notte sarebbe rimasto nel suo letto, anche se si era svegliato, mentre invece non l’aveva fatto.
Era chiaro, oltre ogni modo, che fuori era ancora inverno.
C’era silenzio, la neve attutiva perfino gli sbadigli delle montagne, sbadigli grossi; in una coltre bianca erano stati sotterrate tutte le cose.
Ma concedetemi l’estate e mi sveglierò.


Tutto questo mio dormire lento è accompagnato da un bip ovattato, che però sento acuto per gli altri.
Qualcuno che in effetti mi viene a trovare, c’è sempre.
Li riconosco coi suoni: li vedo ricoperti di luce azzurra, un contorno che mi mostra corpi intoccabili e bidimensionali.
Sento suoni, ma senza distinguere le parole.
Poi il freddo.
Sono tutti immensamente freddi quelli che entrano, pure il loro fiato lo vedo lucente aleggiare verso di me. I movimenti sfocati si dipingono in quella luce che me li lascia distinguere e poi…poi vanno via, lasciandomi nel silenzio monotono scandito dal bip.
Ho contato settemilaottocentoquarantatre bip.
Ma in realtà sono di più perché la prima volta, per non stancarmi, avevo deciso di contarli in pacchetti da cento e di sommare al mio risveglio tutti quei singoli pacchetti, ma poi mi è balenato in testa che avrei fatto in tempo a dimenticarmeli: all’estate manca tanto.

Mamma mi è venuta a trovare, il suo tono era molto basso e immagino sia colpa dei tanti bip che sto passando qui, non sentivo la preoccupazione se non al suo tocco leggero fatto alla mia pelle.
Credo che sia il suo modo per chiedermi di alzarmi, ma non posso.
So che non posso, io devo aspettare l’estate.

Il rumore che sentii duecentoventicinque bip fa, mi fece vedere un continuo posare il piede e toglierlo dall’ingresso.
Non che non volesse entrare, ma piuttosto non gli era permesso. Lo sentii vicino quel rumore.
Allo scoccare dell’ottomilacentundicesimo bip, il rumore entrò e mi chiuse i bip.

Ora come ora, vedo solo un gran buio.

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